Massimo Procopio

Teoria Musicale Base – Semplice e senza troppi fronzoli


Teoria Musicale Base – Fondamenti

In queste pagine verrà utilizzata la notazione delle note anglosassone per semplicità:

Notazione AnglosassoneNotazione Latina
ALA
BSI
CDO
DRE
EMI
FFA
GSOL
Notazione Musicale Anglosassone e Latina

Per la teoria musicale è necessario partire dalla scala principale: scala maggiore di C:

C – D – E – F – G – A – B – C

Di seguito il numero di semitoni che distanziano le note di questa scala:

2 – 2 – 1 – 2 – 2 – 2 – 1

I numeri indicano i semitoni tra una nota e l’altra.

Questa scala detta le regole su ogni scala maggiore e sugli intervalli:

Scala maggiore → Sequenza di note intervallate dai seguenti semitoni: 2, 2, 1, 2, 2, 2, 1

Ogni scala maggiore deve rispettare questi intervalli.

Intervalli tra note → distanza tra una nota e l’altra (non in semitoni). In pratica si contano le note : C – E > C, D, E > Intervallo di terza.

IntervalloGradoDenominazione
C – C è un intervallo di prima Tonica
C – D è un intervallo di secondaSopratonica
C – E è un intervallo di terzaCaratteristica, mediante o modale
C – F è un intervallo di quartaSottodominante
C – G è un intervallo di quintaDominante
C – A è un intervallo di sestaSopradominante
C – B è un intervallo di settimaSottotonica
C – C (un’ottava sopra) è un intervallo di ottava.Tonica
Tabella 1

Visivamente possiamo immaginare gli intervalli come nell’immagine seguente:

Scheme 1
Rappresentazione Visiva degli intervalli e delle distanze in semitoni

I numeri corrispondono ai semitoni tra una nota e la successiva. Si parte da C e si procede in senso orario fino a B, come fosse una ellisse.

I semitoni che dividono le note tra gli intervalli devono sempre essere uguali a quelli ottenuti con gli intervalli della scala di C.

Quindi:

Grado Intervallo semitoni Intervallo
2° → 2C – D
3° → 4C – E
4° → 5C – F
5° → 7C – G
6° → 9C – A
7° → 11C – B
8° → 12C – C
Tabella 2

Si definisce reciproco l’intervallo ottenuto invertendo le note: per l’intervallo C – E il reciproco è E – C.

Teorema fondamentale della teoria musicale: un intervallo sommato al suo reciproco è sempre uguale a 9 (nel caso dell’8° l’intervallo reciproco può essere considerato di 1°).

C – F è un intervallo di 4°

F – C è un intervallo di 5°

4+5 = 9

Gli intervalli di 4°, 5° e 8° sono detti giusti ed ammettono come varianti principali solo l’eccedente o la diminuita.

Per gli intervalli giusti, il reciproco è sempre un intervallo maggiore.

L’intervallo di 4° ha 5 semitoni, quello di 5° ha 7 semitoni. Rifarsi alla Tabella 2.

I reciproci sono rispettivamente: intervallo di 5° con 7 semitoni e intervallo di 4° con 5 semitoni, e come si evince dalla Tabella 2, sono intervalli maggiori.

Si definisce eccedente l’intervallo con un semitono in più, diminuito quello con un semitono in meno (rispetto a quanto ottenuto dalla scala di C):

  • 4° diminuito → 4 semitoni;
  • 4° giusto → 5 semitoni;
  • 4° eccedente → 6 semitoni.

Tutti gli altri intervalli vengono detti maggiori (o minori) perché non ammettono matematicamente il valore giusto.

C – E è un intervallo di 3° maggiore.

E – C è un intervallo di 6° minore.

3+ + 6= 9. (3° maggiore + 6° minore = 9)

Dallo schema generale ottenuto dalla scala maggiore di C:

3° → 4 semitoni

6° → 9 semitoni.

In questo caso C – E ha 4 semitoni, ma E – C ha 8 semitoni, quindi viene detto minore, perché ha un semitono in meno rispetto a quanto definito precedentemente con la scala di C.

C – E viene detto intervallo di 3° maggiore, mentre il suo reciproco viene detto intervallo di 6° minore.

Per questi intervalli abbiamo le seguenti variazioni:

  • 3° minore → 3 semitoni;
  • 3° maggiore → 4 semitoni.

In questo caso non esiste il valore giusto, in quanto il suo reciproco è sempre minore (un semitono in meno).

Gli intervalli di 2°, 3°, e 7° sono detti maggiori ed ammettono come variante principale solo la minore.

Ricapitolando:

  • C – Db → 2° minore → 1 semitono
  • C – D → 2° maggiore → 2 semitoni
  • C – Eb → 3° minore → 3 semitoni
  • C – E → 3° maggiore → 4 semitoni (anche 4° diminuita)
  • C – F → 4° giusta → 5 semitoni
  • C – F# → 4° eccedente → 6 semitoni (anche 5° diminuita)
  • C – G → 5° giusta → 7 semitoni
  • C – G# → 5° eccedente → 8 semitoni (anche 6° minore)
  • C – A → 6° maggiore → 9 semitoni
  • C – A# → 7° minore → 10 semitoni
  • C – B → 7° maggiore → 11 semitoni
  • C – C → 8° giusta → 12 semitoni

Gli intervalli eccedenti, minore, diminuito, maggiore in alcuni punti si sovrappongono.

Matematicamente non cambia nulla, ma per motivi “musicali” ogni nota deve essere presente nella scala usata.

Quindi si utilizza il bemolle al posto del diesis se è necessario inserire una nota piuttosto che l’altra, maggiore al posto di diminuito e viceversa.

Per lo stesso motivo potrebbe essere necessario identificare gli intervalli con variazioni più ampie.

Quindi, prendendo ad esempio l’intervallo di 4° per gli intervalli giusti e di 3° per gli intervalli maggiori, si ottengono le seguenti possibilità:

  • 4° più che diminuito
  • 4° diminuito
  • 4° giusto
  • 4° eccedente
  • 4° più che eccedente
  • 3° diminuito
  • 3° minore
  • 3° maggiore
  • 3° eccedente

Di seguito le scale maggiori per ogni nota (la prima nota viene detta fondamentale e da il nome alla scala).

C – D – E – F – G – A – B

C# – D# – E# – F# – G# – A# – B#

D – E – F# – G – A – B – C# – D

D# – E# – F## – G# – A# – B# – C## – D#

E – F# – G# – A – B – C# – D# – E

E# – F## – G## – A# – B# – C## – D## – E#

F – G# – A# – B – C# – D# – E# – F

F# – G## – A## – B# – C## – D## – E## – F

G – A – B – C – D – E – F# – G

G# – A# – B# – C# – D# – E# – F## – G#

A – B – C# – D – E – F# – G# – A

A# – B# – C## – D# – E# – F## – G## – A#

B – C# – D# – E – F# – G# – A# – B

B# – C## – D## – E# – F## – G## – A## – B#

Come si evince dallo sviluppo precedente, si decide di inserire due diesis (#) dove serve, piuttosto che inserire la nota successiva. Questo per convenzione musicale. Tuttavia:

F## = G, C## = D, E## = F#, A## = B, G## = A, D## = E.


Di seguito le stesse scale usando il bemolle (b).

C – D – E – F – G – A – B – C

Cb – Db – Eb – Fb – Gb – Ab – Bb – Cb

B – C# – D# – E – F# – G# – A# – B

Bb – C – D – Eb – F – G – A – Bb

A – B – C# – D – E – F# – G# – A

Ab – Bb – C – Db – Eb – F – G – Ab

G – A – B – C – D – E – F# – G

Gb – Ab – Bb – Cb – Db – Eb – F – Gb

F – G – A – Bb – C – D – E – F

Fb – Gb – Ab – Bbb – Cb – Db – Eb – Fb

E – F# – G# – A – B – C# – D# – E

Eb – F – G – Ab – Bb – C – D – Eb

D – E – F# – G – A – B – C# – D

Db – Eb – F – Gb – Ab – Bb – C – Db

Come si evince dallo sviluppo precedente, si decide di inserire due bemolle (b) dove serve, piuttosto che inserire la nota precedente. Questo per convenzione musicale. Tuttavia:

Bbb = A


Gli intervalli per tutte queste scale rimangono sempre gli stessi:

1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8°

Seguendo le stesse convenzioni musicali su esposte, sulla scala di D#, ad esempio,

D# – E# – F## – G# – A# – B# – C## – D#

1° 2° 3° 4° 5° 6° 7° 8°

Si identifica l’intervallo

D# – F → 3° diminuito (due semitoni in meno)

mantenendo così la relazione con F## che in questa scala è la 3° maggiore.

E continuando con ulteriori esempi:

D# – E → 2° minore;

D# – F# → 3° minore;

D# – G → 4° diminuito;

D# – Ab → 5° più che diminuito;

D# – A → 5° diminuito;

D# – A# → 5° giusto;

D# – A## → 5° eccedente;

D# – Bb → 6° diminuito;

D# – B → 6° minore;

D# – B# → 6° maggiore;

D# – B## → 6° eccedente;

D# – C# → 7° minore;

D# – C → 7° diminuito;


Armonizzazione

Per armonizzazione si intende costruire gli accordi.

  • Diadi (o bicordi) → armonizzazioni composte da due note;
  • Triadi → armonizzazioni composte da tre note;
  • Quadridi → armonizzazioni composte da quattro note (anche detti accordi di settima);
  • Quintiadi → armonizzazioni composte da cinque note (anche detti accordi di nona);
  • Accordi → armonizzazioni composte da due o più note.

In linea di massima gli accordi prendono il nome dagli intervalli particolari che lo compongono.

L’intervallo di 3° definisce se l’accordo è maggiore o minore.

L’intervallo di 5° solitamente non si utilizza per denominare l’accordo, ma a volte si può usa per identificare le varianti: eccedente e diminuito.

L’intervallo di 7°, se c’è, crea accordi denominati “Settima” e possono essere anche eccedenti e diminuiti.

L’intervallo di 9°, se c’è, crea accordi denominati “Nona” e possono anche essere eccedenti e diminuiti.

Gli intervalli di 4° e di 6° vengono usati solo per alcuni accordi particolari.


Diadi

Hanno 2 note: la fondamentale (1°) e la 3°.

  • Se la 3° è maggiore → accordo è maggiore;
  • Se la 3° è minore → accordo è minore.

Triadi

Hanno 3 note: la fondamentale (1°), la 3° e la 5°.

Valgono le regole delle diadi per definire se l’accordo è maggiore o minore.

Variazioni sulla 5° creano varianti dell’accordo.


Quadriadi

Hanno 4 note: la fondamentale (1°), la 3°, la 5° e la 7°.

Valgono le regole delle diadi per definire se l’accordo è maggiore o minore.

Questi accordi, avendo la 7° vengono definiti anche “accordi di settima”.

Variazioni sulla 7° creano varianti dell’accordo.

La settima si dice che cambi il colore dell’accordo.


Quintiadi

Hanno 5 note: la fondamentale (1°), la 3°, la 5°, la 7° e la 9°.

Valgono le regole delle diadi per definire se l’accordo è maggiore o minore.

Questi accordi, avendo la 9° vengono definiti anche “accordi di nona”.

Variazioni sulla 9° creano varianti dell’accordo.

Variando la 3°, la 5°, la 7° e la 9° si ottengono molteplici varianti e quindi differenti accordi.


Accordi di Undicesima e Tredicesima

Procedendo ancora è possibile ottenere accordi di undicesima e di tredicesima. Valgono le stesse regole precedentemente descritte.

Gli accordi di undicesima hanno 6 note: la fondamentale (1°), la 3°, la 5°, la 7°, la 9° e la 11°.

Gli accordi di tredicesima hanno 7 note: la fondamentale (1°), la 3°, la 5°, la 7°, la 9°, la 11° e la 13°.


Armonizzazione della scala di C.

Partendo dalla scala di C, armonizziamo costruendo semplici triadi, cioè aggiungiamo ad ogni fondamentale la 3° e la 5° secondo la scala di C senza preoccuparci, inizialmente, delle variazioni (minori, diminuiti, etc..).

Scala di C → C – D – E – F – G – A – B – C

C → 1°=C, 3°=E, 5°=G → 3° è maggiore, 5° è giusto → C

D → 1°=D, 3°=F, 5°=A → 3° è minore, 5° è giusto → Dm

E → 1°=E, 3°=G, 5°=B → 3° è minore, 5° è giusto → Em

F → 1°=F, 3°=A, 5°=C2 → 3° è maggiore, 5° è giusto → F

G → 1°=G, 3°=B,5°=D2 → 3° è maggiore, 5° è giusto → G

A → 1°=A, 3°=C2, 5°=E2 → 3° è minore, 5° è giusto → Am

B → 1°=B, 3°=D2, 5°=F2 → 3° è minore, 5° è diminuito → Bdim o Bmb5

Quindi gli accordi della scala maggiore di C sono:

C, Dm, Em, F, G, Am, Bm

Adesso facciamo la stessa cosa creando le quadriadi:

Scala di C → C – D – E – F – G – A – B – C

C → 1°=C, 3°=E, 5°=G, 7°=B → 3° è maggiore, 5° è giusto, 7° è maggiore → Cmaj7

D → 1°=D, 3°=F, 5°=A, 7°=C2 → 3° è minore, 5° è giusto, 7° è minore → Dm7

E → 1°=E, 3°=G, 5°=B, 7°=D2 → 3° è minore, 5° è giusto, 7° è minore → Em7

F → 1°=F, 3°=A, 5°=C2, 7°=E2 → 3° è maggiore, 5° è giusto, 7° è maggiore → Fmaj7

G → 1°=G, 3°=B,5°=D2, 7°=F2 → 3° è maggiore, 5° è giusto, 7° è minore → G7

A → 1°=A, 3°=C2, 5°=E2, 7°=G2 → 3° è minore, 5° è giusto, 7° è minore → Am7

B → 1°=B, 3°=D2, 5°=F2, 7°=A2 → 3° è minore, 5° è diminuito, 7° è minore → Bdim7 o Bm7b5

Il maggiore identificato dalla 3° non si identifica, il minore si identifica con “m” o “-“.

Quando la 7° è maggiore si aggiunge “maj7”, quando è minore solo “7”.

Quando la 5° è minore si aggiunge “b” prima del 5.

Continuiamo in formato tabellare per comodità.

Utilizziamo la seguente legenda:

Giusto
>Maggiore
<Minore
dimDiminuito
eccEccedente

Accordi di Nona (Quintiadi)


Var. 3°Var 5°Var. 7°Var. 9°Nome
CEGBD2
>>>Cmaj9
DFAC2E2
<<>Dm9
EGBD2F2
<<<Em7b9
FACE2G2
>>>Fmaj9
GBD2F2A2
><>G9
AC2E2G2B2
<<>Am9
BD2F2A2C2
<dim<<Bm7b5b9 o Bdim7b9
Tabella 3

Seguendo queste regole è possibile costruire tutti gli accordi per tutte le scale.

Un grosso ringraziamento a Marco Fracchia che mi ha iniziato ai segreti della Teoria Musicale. Il lavoro esposto in queste pagine nasce dalle sue lezioni.

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