Recensione Gibson SG Standard 2014 120th Anniversary
Sono sempre stato un fan Ibanez che ha, secondo me, un rapporto qualità prezzo imbattibile, fino a quando non ho comprato questa Gibson. Cercherò di fare una valutazione oggettiva, con i pro e i contro di questa chitarra.
Parliamo della qualità: non è il top. Ho provato molte Gibson prima di acquistare questa. L’ho comprata nel 2018, dopo quattro anni in esposizione, invenduta. Sono sicuro che la causa è il colore. Non è il colore SG più richiesto e apprezzato, cioè rosso. Ho provato SG standard 2015, 2016, 2017, 2018, non erano le custom, più costose e curate, ma nemmeno le versioni più economiche. Ho provato anche qualche PRS che hanno sicuramente una qualità generale superiore, ma nessun modello disponibile mi ha colpito. Ringrazio anche il personale di Scavino che è stato molto gentile e disponibile, e mi ha consentito di provare molte chitarre per più giorni, presso il loro fornito negozio. Ho provato anche molte Les Paul, dal suono meraviglioso, e una in particolare mi aveva colpito, ma la trovavo scomoda sugli ultimi tasti, perché troppo grossa al tacco, ed era estremamente pesante. C’era anche una versione più elaborata con il tacco lavorato in modo da consentire un facile accesso agli ultimi tasti, ma il costo diventava veramente improponibile per me. Alla fine, questa SG è l’unica che mi ha colpito veramente e, rispetto a tutte le altre SG provate, il suono era molto vicino a quello Les Paul, anche se comunque più freddo e meno corposo. Il manico più grosso e il body leggermente più spesso dei modelli più recenti donavano un suono più corposo e caldo. Le SG, infatti, erano tutte profondamente diverse. Al contrario di Ibanez, che ogni chitarra prodotta dello stesso modello (anche di anni diversi) è più o meno simile alle altre, almeno per quanto riguarda forma, peso e feeling (a parità di ponte e pickup), per Gibson sono invece molto diverse: body più o meno sottile, manico più o meno sottile e largo, frets di spessore diverso, elettronica, etc… Trovo che questa versione sia una delle più riuscite degli ultimi anni, come legni, dimensioni ed elettronica, a dimostrazione del fatto che Gibson (ma non solo), con il passare del tempo, perde sempre più la qualità delle produzioni del passato. Ho avuto modo di provare anche una Ibanez RG Prestige del 2018 è devo dire che anche queste risentono dello stesso problema. Ora capisco coloro che cercano chitarre degli anni d’oro (60 – 80) da rimettere in sesto, anche se, da quanto esposto in alcuni libri che ripercorrono la storia delle chitarre, non erano sempre esenti da difetti. Da quanto ho potuto constatare le Gibson 120th Anniversary richiamano un po’ il prestigio del passato e sono state realizzate con materiali migliori e con un’attenzione maggiore rispetto alle altre annate.
Al seguente link potrete trovare le specifiche di questa chitarra:
http://legacy.gibson.com/Products/Electric-Guitars/2014/SG-Standard.aspx
Lati negativi di questa chitarra:
- La paletta è sovradimensionata, come per tutte le Gibson. Non ha alcun senso se non estetico/storico, apparentemente, e crea problemi di tensione sulle corde al capotasto che non rendono fluido lo scorrere delle corde nelle sedi. Da questo punto di vista Ibanez, Fender, PRS, hanno palette ben disegnate rispetto a Gibson. In più, su una chitarra come la SG, crea un peso maggiore al manico che tende a muoversi verso il basso. Non è un grosso problema con una buona tracolla, ma io l’avrei completamente ridisegnata in stile PRS.
- I capotasti sono tutti fatti male. Non ho visto una SG o Les Paul con un capotasto ben fatto. Questo ha dell’incredibile su una chitarra che costa e ha un nome così altisonante. Questa chitarra, come le altre, nasce con un capotasto mal fatto, con sedi troppo larghe per le corde rivestite e troppo sottili, quasi inesistenti, per le altre tre.
- Il bottone posto dietro al body è scomodo e crea uno sbilanciamento della chitarra.
- Imprecisioni ovunque, compreso un piccolo pelucco sotto la vernice trasparente (può capitare, però…).
- Il Min-ETune non riesce ad accordare in modo preciso, ma rimane comunque accettabile se si procede con un’accordatura a corda singola e si impostano tutti i parametri correttamente.
- La forma, la curvatura inferiore del body, e i pesi la rendono più scomoda da suonare da seduti. In confronto una Ibanez RG appoggiata sulla gamba rimane perfettamente in equilibrio e ben centrata. Nonostante tutto, questo non compromette la capacità di suonarla al meglio.
Lati positivi:
- Ha un suono meraviglioso. Risuona tutto il legno, il sustain è incredibile, dal Blues al Rock / Hard Rock, ma anche un po’ di Metal leggero, è sempre piacevole e il suono ti avvolge e ti trasporta.
- Il manico, più grosso e corposo rispetto alle Ibanez RG, è molto piacevole e ho dovuto ricredermi: non ha assolutamente nulla da invidiare ai manici Ibanez e per certi versi lo sento più comodo. Questo non vale per altre SG, nonché Les Paul, perché, come dicevo prima, sono molto diverse le une dalle altre.
- Pickup ’57 Alnico 2, con 2 volumi push/pull e 2 toni. Possibilità di splittare gli Humbucker ottenendo un suono Single Coil veramente bello e questo rende la chitarra molto versatile.
- Il Min-ETune è comodo e permette di passare da un’accordatura ad un’altra molto velocemente (ma si porta dietro degli aspetti negativi da tenere in considerazione).
In conclusione, questa chitarra, al netto dei lati positivi e negativi, è veramente ottima, piacevole, versatile, comoda e dal sound classico che consente di fare un po’ tutto quello che abbiamo imparato ad apprezzare dagli anni 60 in poi. In questo modello hanno deciso di mettere un manico più corposo rispetto alle altre e si sente, e anche i frets sono di una dimensione azzeccata. Non saprei dire quali sono esattamente, ma sembrerebbero dei medium Jumbo. I manici Ibanez fatti con strati di legname dalle caratteristiche meccaniche diverse sapientemente accostati, sono dei blocchi rigidi, quasi indeformabili. La Gibson, invece, ha un manico fatto da un pezzo unico di mogano e, rispetto alla Ibanez, è molto più flessibile ed elastico, e questo crea un maggior sustain e un suono più corposo. Non si può dire che uno sia migliore dell’altro. Hanno caratteristiche e scopi diversi.
Detto questo, parliamo degli eventi avversi e dei miei consigli sulle modifiche fondamentali da fare immediatamente alla chitarra: mettete subito gli Strap Locks su qualsiasi SG di qualsiasi annata perché cadono molto facilmente a causa della posizione del bottone posteriore.
Storia di una caduta fortunata
Un giorno, mentre suonavo la chitarra in casa mia, durante un breve movimento (nulla di esagerato, una leggera torsione del busto), la tracolla si stacca inaspettatamente dal bottone posteriore e la paletta sbatte con tutto il suo peso a terra. Dopo i primi istanti di confusione, paralisi sinaptica e terrore, mi accingo a controllare lo stato della chitarra. Poteva andare molto peggio. L’angolo della paletta ha colpito il cavo elettrico dell’alimentatore dei pedalini che è stato tranciato in due, ma ha attutito incredibilmente la caduta, causando solo un piccolo danno sull’angolo della paletta e nient’altro.
Di seguito le foto del danno:
Poteva andare molto peggio. Mi ritengo fortunato. La chitarra non ha subito alcun danno se non questo piccolo danno estetico, ma a livello di manico, di suonabilità, tenuta dell’accordatura, danni al tacco… nulla.
Ma io sono un perfezionista e non riuscivo a guardare la chitarra con quel danno; capisco l’ingiallimento nel tempo, la vernice nitro che tende a crepare, l’invecchiamento naturale della chitarra, ed eventuali bottarelle qua e là, ma questo danno non mi andava giù.
Non avevo un liutaio di fiducia, quindi mi sono dovuto affidare a colui che mi ispirava di più, a sentimento. A Torino ci sono molti bravi liutai, i gruppi di chitarristi di cui faccio parte mi hanno consigliato vari professionisti e sono stato molto indeciso tra due o tre liutai che mi sono sembrati molto competenti.
Alla fine ho deciso di affidare la mia chitarra a Luca Russo, Liutaio di Rivoli (TO), che mi è sembrato il più adatto per una riparazione di questo tipo.
Al link seguente potrete conoscerlo:
La riparazione
Io sono una persona apprensiva sulle cose cui tengo molto e cerco di fare tutto da solo, ma questa non era una riparazione che potevo fare da solo e senza spazio. Serviva un professionista, ma prima di affidargliela ho avuto un lungo colloquio con lui, l’ho conosciuto di persona, ho visto il suo laboratorio, e si è dimostrato umile, disponibile e gentile, sempre, anche quando mi rendevo conto di essere un po’ pedante. Volevo un lavoro di precisione, in modo da non toccare più del necessario, per mantenere il più possibile l’originalità della chitarra, compresa la vernice, nel bene e nel male. Lui ha fatto proprio questo: un lavoro di precisione. Ha rivestito la chitarra in modo da salvaguardarla da graffi e botte durante la lavorazione (spero lo facciano tutti, per me è il minimo), in modo estremamente efficace e sicuro. Poi ha ricostruito con un piccolo pezzo di mogano l’angolo e lo ha verniciato (turapori, ritocco del colore e trasparente con vernice nitro).
Di seguito le foto che ho fatto o mi ha inviato durante la lavorazione:
Luca è stato molto accurato e attento, ha ricostruito la parte in modo impeccabile, ha ricercato il colore per mimetizzare la riparazione il più possibile, fino ad ottenere un angolo che sembra quasi come nuovo.
Con l’occasione gli ho chiesto di correggere il capotasto, aggiungere gli Strap Locks e riconfigurare tutta la chitarra, nonostante io abbia sempre regolato tutto da solo (tranne il capotasto) con ottimi risultati. Lui stesso mi ha confermato che la chitarra era già ben regolata.
Tuttavia, le sue regolazioni hanno ulteriormente migliorato la chitarra. Il suo intervento al capotasto ha risolto tutti i problemi di accordatura che aveva precedentemente. Le sedi finalmente sono visibili (le tre corde non rivestite avevano sedi appena accennate, quasi invisibili) e ben fatte, le corde scivolano bene e non si incastrano più. In particolare il SOL e SI, che dopo un bending si scordavano inevitabilmente, adesso rimangono perfettamente intonate anche dopo bending estremi.
Anche il suono è migliorato con una regolazione più fine dei Pickup, anche se in questo caso le migliorie sono relative visto che dipende dalle preferenze di chi ascolta.
In conclusione, il lavoro è stato svolto in modo preciso e la riparazione è ben fatta e ben mimetizzata. La vernice Nitro, che ha molti lati negativi, ha anche il pregio di amalgamarsi perfettamente nelle zone riparate, e così è stato.
Ringrazio Luca per la sua pazienza e la sua precisione in questa lavorazione accurata che ha consentito un ripristino pressoché perfetto della Gibson.
Di seguito le foto finali:
Come potete vedere le meccaniche non sono più quelle robotizzate. Non ho fatto in tempo a fare le foto che ho dovuto cambiarle. Ma di questo ne parleremo tra poco.
Schaller S-Locks
Per chi volesse avere informazioni sugli Strap Locks usati, che consiglio di mettere subito, ho optato per i nuovi Schaller S-Locks:
Avevo paura fossero troppo sporgenti, in particolare quello posteriore, ma, invece, non creano alcun fastidio. Per la SG consiglio di acquistare il bottone Small direttamente dal sito Schaller (non c’è nessun fornitore in Italia che vende i bottoni Schaller di altre misure), che è perfetto per la parte posteriore, mentre quello standard va bene per la posizione laterale.
Questi sono quindi i bottoni usati:
I nuovi Schaller S-Locks sono veramente ben fatti e ben studiati: sono solidi, non fanno rumore come i vecchi e sono più comodi da agganciare. In più sono molto più belli. Consiglio l’installazione di questi nuovi Schaller, ma sconsiglio di usare il bottone standard per la parte posteriore della SG perché è molto lungo e più grosso, quindi potrebbe creare danni. In qualsiasi caso, per l’installazione dei bottoni Small al posteriore e Standard (Medium) al lato, non è fondamentale la mano di un Liutaio. Al contrario mettere lo standard al posteriore richiede sicuramente una mano più esperta.
Min-ETune (G-Force) Gibson – TronicalTune
Come potete vedere dalle ultime foto, ho cambiato le meccaniche. Di seguito spiegherò perché e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di queste meccaniche.
Vantaggi:
- Per chi è lento o meno capace di accordare la chitarra, sono efficienti, abbastanza veloci e accurate (se si usa l’accordatura a singola corda);
- Permettono di cambiare accordatura in modo abbastanza veloce;
- Non richiede un accordatore esterno.
Svantaggi:
- Richiedono un’accurata taratura, in menù che non sono nemmeno menzionati nel manuale fornito da Gibson;
- Non sono così precise come una sapiente accordatura manuale;
- Nel mio caso il MI grosso era sempre leggermente crescente, recuperabile solo manualmente;
- Si muovono troppo e velocemente, causando un’usura maggiore e rapida del capotasto, e non consentendo una corretta stabilizzazione delle corde;
- Sono brutte (non è un giudizio oggettivo, ma a me non piacciono),
- Necessità di una batteria carica, anche se è possibile accordare a mano ma con un rapporto molto scomodo, quindi ci si mette molto tempo.
- Materiali molto scadenti e metalli molto duttili.
- L’accordatura principale, quella in cui si suonano tutte le corde contemporaneamente, è molto imprecisa, richiede un successivo intervento per le singole corde e alla fine risulta sconveniente. Chi ha un buon orecchio non apprezzerà un’accordatura così approssimativa. Sconsiglio di usarla.
Quando ho preso per la prima volta in mano questa chitarra, sono stato subito respinto dall’idea di avere quell’obbrobrio su una Gibson.
Ho quindi cercato di farmi piacere altri modelli. Alla fine, però, questo era il migliore, quello con cui avevo più feeling, e ho iniziato a vedere i lati positivi di quelle meccaniche robotizzate. Una volta comprata, ho notato subito un po’ di inefficienza di questo sistema, ma io sono un Ingegnere Elettronico, quindi dovevo conoscerlo e capirlo fino in fondo. Ho fatto ricerche, ho scoperto che il prodotto era della TronicalTune, e, una volta individuato il modello esatto, sul sito ufficiale ho scaricato il manuale completo.
Ho notato che secondo il tipo di corde installate, il comportamento era molto diverso: più le corde avevano un suono corposo e forte, più funzionava bene, ovviamente. Settando quindi il giusto livello di amplificazione, interferenza, accuratezza, ritardo e velocità delle meccaniche, ho ottenuto finalmente un ottimo risultato e ho iniziato ad apprezzare il Min-ETune. Per chi pensasse che il G-Force è molto diverso, mi dispiace deluderlo, ma il G-Force è un Min-ETune con un aggiornamento Firmware e un nome più accattivante. Per quanto l’aggiornamento possa portare migliorie, ritengo che con un giusto settaggio, non ci sia alcuna differenza.
Grazie al Min-ETune e alla funzione di calibrazione automatica, ho scoperto che le D’Addario EXL che ho sempre usato sulle mie chitarre, risuonano molto meno di altre. Ho fatto un po’ di prove con varie marche di corde, ma le migliori erano quelle che avevo quando ho comprato la chitarra, ma non sapevo quali fossero. Dopo un po’ di telefonate a Scavino, il cui personale si è ancora dimostrato gentile, professionale e disponibile, ho ristretto le possibilità e scoperto che erano le Gibson Brite Wires, che non avevo mai provato. Adesso le uso su tutte le mie chitarre. Con queste corde, il Min-ETune era molto più efficiente, quindi una volta trovate, ho potuto apprezzare il sistema robotizzato al massimo della sua efficienza. Tuttavia bisogna riflettere su un aspetto molto fondamentale: i chitarristi sono tutti in grado di poter usare questo sistema? No. Dipende molto da come si calibra e non penso che tutti siano in grado di farlo, soprattutto per il fatto che cambiando tipo o marca di corde è necessario ricalibrare tutto con parametri anche molto differenti, per ottenere un sistema efficiente.
Ecco perché molti lo sostituiscono. Io, invece, ho deciso di sostituirlo per altri motivi.
Subito dopo la riparazione del Liutaio, qualche giorno dal ritiro, il MI cantino, ha iniziato a non mantenere più l’accordatura. Superata la nota RE, scattava indietro non consentendo di arrivare fino al MI. Era un problema che aveva già dato prima, ma raramente e rifacendo l’accordatura si riprendeva. Invece da quella volta ha iniziato a peggiorare sempre di più. All’inizio scattava una o due volte e poi riprendeva correttamente l’accordatura, poi ha iniziato a scattare sempre di più, rendendo molto lenta e difficile l’accordatura, ma soprattutto rendendo la chitarra inaffidabile nel giro di qualche giorno.
Le soluzioni erano solo tre:
- Comprare un motorino di ricambio dal sito TronicalTune a 50 euro circa, compreso di spese di spedizione;
- Comprare un motorino di seconda mano;
- Cambiare tutte le meccaniche e mettere quelle classiche, semplici e affidabili, come le Grover 502C Locking.
La prima soluzione l’ho scartata quasi subito considerando che spendendo poco più del doppio, avrei comprato le Grover; ma soprattutto ho pensato che questo sarebbe potuto accadere anche agli altri motorini, prima o poi.
Allora sono passato alla soluzione due, sperando di trovare qualcuno che le vendesse di seconda mano, così da farmi una scorta di motorini, e l’ho trovato in un comune vicino, quindi minimi costi e soluzione ottimale. Purtroppo ci hanno messo in Lockdown e non ho avuto modo di ritirare quei ricambi, quindi ho deciso di passare alla soluzione tre: cambio tutto.
Anche perché, la batteria è al litio, come i cellulari. La vita media di una batteria al litio è di tre anni, poi dipende da quanto si ricarica e da come. La mia era ancora buona, ma, prima o poi avrei dovuto cambiare anche quella. Poi ho pensato in modo ancora più lungimirante: tra 20 o 30 anni? Non è possibile pensare di avere una chitarra che possa avere una dipendenza tale da una batteria, specifica, unica, impossibile da trovare tra i cloni, sperando che la TronicalTune non fallisca e mantenga la produzione di questa batteria. Per non parlare di altri guasti alla parte elettronica vera e propria.
Per chi pensa di poter accordare manualmente con il TronicalTune, dico subito che è impensabile: ha un rapporto troppo scomodo e lento.
Alla fine, tra le ricerche, ho trovato un video che non mi ha lasciato dubbi:
Il materiale scadente e duttile non è solo all’esterno, ma anche all’interno. Ecco perché si danneggiano così facilmente.
Consiglio quindi a chi gradisce il sistema di comprare al più presto motorini di ricambio e una batteria, tutto di seconda mano, perché non vale la pena comprarli nuovi, sono molto sopravvalutati. A chi non li gradisce, consiglio di cambiare tutto il prima possibile, o al minimo accenno di guasto.
Grover 502C Locking
Ho deciso quindi di installare le meccaniche Grover 502C Locking, che sono già usate ufficialmente sulle Gibson e mi sono trovato molto bene con le sorelle mini che ho montato sulla mia Hofner Shorty.
Prima di montarle ho preso i pesi per fare un confronto:
TronicalTune completo: 266g
Grover 502C completo: 268g
Non l’avrei mai detto: il sistema TronicalTune, più ingombrante, con meccaniche più grosse, spesse, con la batteria e il sistema elettronico, pesa poco meno delle Grover, a dimostrazione che i materiali metallici non sono minimamente all’altezza. Però ha il vantaggio di non avere necessità di viti e i fori della paletta sono standard.
L’installazione delle Grover, quindi, è stata semplice, pulita, senza alcun segno della precedente presenza del Min-ETune, e non ha apportato ulteriore peso alla paletta, nè cambiato il feeling della chitarra.
Le meccaniche classiche hanno migliorato l’accordatura, che adesso è possibile fare in modo preciso, e ne ha migliorato la stabilità, perché il veloce movimento delle TronicalTune non consente alle corde di stabilizzarsi correttamente, al contrario di quelle manuali, che non essendo controllate da un programma possono essere ruotate in modo opportuno.
Di seguito le foto finali:
Come potete vedere dalle ultime foto la vernice Gibson ha deciso di tradirmi nella zona sottostante le meccaniche dei MI. In poche parole, la vernice non aveva aderito bene alla plastica con cui hanno rivestito la paletta sul frontale, e il cambio delle meccaniche ha creato, evidentemente, qualche varco per l’aria che nel giro di qualche settimana ha gonfiato la vernice, ingiallendola e infine spaccandola. Per ora la lascerò così, dopotutto è il segno dell’invecchiamento della vernice Gibson e, a quanto vedo su internet, è inevitabile. Alcuni apprezzano questo stile Relic. Non posso stare dietro ad ogni segno che potrebbe comparire in futuro e non voglio comprometterne l’originalità.
Adesso apprezzo questa chitarra più di prima. Rimango ancora dell’idea che le Ibanez Prestige siano fatte meglio e abbiano un rapporto qualità prezzo superiore, ma suonare questa Gibson è tutta un’altra cosa ed è il suono che fa la differenza. Tanto che ho deciso di cambiare la voce della mia Ibanez per vedere se posso renderla più gradevole e versatile. Attualmente ha i DiMarzio/Ibz, che per il metal vanno abbastanza bene, ma sono molto freddi. Proverò a sostituirli con i più famosi Tone Zone, True Velvet, Air Norton, più che altro perché penso che gli Alnico siano più nelle mie corde. La stessa Hofner Shorty, che adesso ha un Iron Gear Dirty Torque, Alnico 5, ha un suono piacevole quasi come la Gibson, e non si può di certo dire che sia la qualità del legno. Devo anche ammettere che con il passare del tempo, forse per la maturità che avanza, il mio gradimento verso i suoni potenti e rabbiosi, che prima apprezzavo moltissimo, è cambiato, e adesso sono più attratto dai suoni morbidi e caldi, anche se spesso ritorna il desiderio di distorsioni High Gain, ma sempre tendenti al caldo, meno taglienti.
Dopo aver sostituito i pickup potrò fare un confronto più equo tra Gibson e Ibanez.
Spero che questa mia esperienza e questo mio articolo possano essere utili.
Buona chitarra a tutti.
Massimo Procopio